Trattamento del dolore pelvico cronico
Aiutiamo a riconoscere, comprendere e trattare il dolore pelvico cronico e i suoi sintomi, grazie alle competenze di diversi professionisti, con un approccio olistico e tecniche manuali delicate.
Trattamento del dolore pelvico cronico
Il dolore pelvico cronico è caratterizzato da un insieme di sintomi localizzati nella zona pelvica e perineale: spesso coinvolgono i genitali esterni, la zona inguinale e pubica, il basso addome, il distretto sacro-coccigeo e lombare. Il quadro doloroso può peggiorare in posizione seduta e può comprendere più disturbi concomitanti di origine proctologica, urologica e sessuale.
Il dolore pelvico cronico può colpire entrambi i sessi e i sintomi più comuni sono rappresentati da:
- dolore nell’area vulvare e vaginale
- dolore pelvico
- dolore durante i rapporti sessuali
- dolore al retto
- dolore durante l’evacuazione
- dolore nell’area compresa tra l’ano e lo scroto
- dolore durante o dopo l’eiaculazione
- dolore sovra-pubico
- dolore e bruciore durante la minzione
- ritenzione urinaria
- urgente necessità di urinare
- aumento della frequenza urinaria
- difficoltà ad urinare
Le cause del dolore pelvico cronico sono svariate: le possiamo ricondurre a sofferenze ginecologiche (endometriosi, dismenorrea, vulvo-vaginiti, varicocele pelvico), urologiche (cistiti, prostatiti, infezioni urinarie, uretriti), proctologiche (emorroidi, ragadi, proctiti), intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, sindrome del colon irritabile). Altre cause possono essere rappresentate da traumi e cadute sul sacro oppure da alterazioni posturali.
Spesso le cause elencate in precedenza non sono sufficienti a soddisfare il quadro sintomatologico: anche la presenza di stress cronici e disagi psicologici ed emotivi può compromettere notevolmente il quadro patologico e favorire la permanenza dei sintomi.
Tutte le cause citate, con il progredire del tempo, favoriscono la comparsa di condizioni quasi sempre presenti: l’ipertono e la comparsa di contratture a livello del pavimento pelvico. L’ipertono determina la compressione dei rami del nervo pudendo e delle sue terminazioni a livello della zona vulvare.
Le patologie che più comunemente causano dolore pelvico cronico sono:
- Endometriosi
- Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
- Cistite interstiziale
- Nevralgia del pudendo
- Coccigodinia
- Orchialgia (dolore ai testicoli)
Endometriosi
L’endometriosi è una patologia unicamente femminile piuttosto subdola e di difficile comprensione diagnostica, che comporta spesso ripercussioni sullo stile di vita e sulle relazioni interpersonali. L’endometriosi è una patologia cronica causata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori dell’utero. La mucosa endometriale, che normalmente si trova solo all’interno della cavità uterina, si può ritrovare negli organi pelvici come ovaie, retto, vagina, vescica, tube di falloppio oppure su organi addominali come come colon, intestino tenue, reni (raramente sul diframma e sui polmoni).
Le cause non sono ancora del tutto note, anche se l’ipotesi più accreditata è rappresentata dalla mestruazione retrograda ossia dal passaggio di frammenti di endometrio (durante le contrazioni uterine in fase mestruale) dall’utero, alle tube e da qui all’addome e gli organi pelvici.
I sintomi più caratteristici sono costituiti da:
- dolore pelvico cronico, che solitamente si aggrava durante il periodo mestruale, premestruale e durante l’ovulazione (questo sintomo è dovuto al fatto che il tessuto endometriale extrauterino durante il ciclo subisce le stesse modificazioni dell’endometrio uterino producendo sanguinamento e irritazione dei tessuti circostanti)
- dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
- mestruazioni abbondanti
- perdite di sangue tra un flusso e l’altro
- dolore alla minzione e alla defecazione
- dolore addominale
- stanchezza cronica
In caso di endometriosi è fondamentale affidarsi al proprio ginecologo, che indirizzerà la paziente verso una tipologia di trattamento farmacologico personalizzato, oppure nei casi più gravi verso un approccio di tipo chirurgico, allo scopo di rimuovere il tessuto endometriosico extrauterino.
In questo caso il trattamento osteopatico e fisioterapico, attraverso tecniche manuali molto dolci, è un supporto importante: migliora la mobilità del distretto pelvico, della colonna e del torace; aiuta a dare elasticità alle strutture osteomiofasciali perineali, favorendo l’apporto vascolare, il drenaggio del sistema venoso e il ripristino della conduzione nervosa.
Questa tipologia di trattamento ha spesso un ruolo fondamentale nella riduzione dei sintomi e nel miglioramento della sfera psico-emotiva delle pazienti.
Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
La dispareunia è una condizione dolorosa avvertita dalla donna nell’area vaginale e pelvica, durante il rapporto sessuale. Si può presentare occasionalmente o in maniera persistente (quindi cronica) causando spesso tensioni e incomprensioni nella vita di coppia. Nonostante sia un disturbo soprattutto femminile, può succedere che anche l’uomo ne soffra. La dispareunia non è una condizione rara, come alcuni riferiscono, e le cause possono essere di varia natura: per questo motivo è indispensabile interpellare il proprio ginecologo per comprendere l’origine del problema.
Le cause possono essere di natura infettiva (infezioni del tratto urinario o dei genitali), ormonale, iatrogena (farmaci che riducono la lubrificazione vaginale). Il disturbo può anche essere legato ad esiti di interventi chirurgici (episiotomia o interventi pelvici), deficit di lubrificazione vaginale, endometriosi, cistite interstiziale, contratture muscolari pelviche. Spesso anche i distrubi di origine psico-emotiva hanno un ruolo predominante nell’insorgere e nel perpetuarsi del problema.
Abbiamo osservato diverse pazienti che soffrono di dispareunia dopo la comparsa di cistiti ricorrenti o dopo cadute piuttosto traumatiche sul sacro.
Buona parte delle volte le cause citate comportano la comparsa di un ipertono muscolare, di contratture dei muscoli pelvici ed è proprio questa condizione la responsabile della maggior parte dei dolori durante i rapporti. L’ipertono del pavimento pelvico risulta responsabile del restringimento delle pareti vaginali rendendo la mucosa più vulnerabile alle microabrasioni.
Dopo una anamnesi accurata e una valutazione funzionale specifica è fondamentale eseguire un trattamento che aiuta a ripristinare la funzionalità, il controllo e la propriocezione del pavimento pelvico e dei distretti anatomici correlati. Solitamente eseguiamo un trattamento manuale non invasivo mirato a ridurre le densità dei muscoli pelvici, favorire la mobilità delle articolazioni del bacino, della colonna, ripristinare la mobilità del diaframma e la giusta sinergia tra quest’ultimo e tutta la muscolatura addominale.
Cistite interstiziale
La cistite interstiziale è una patologia piuttosto ostica e debilitante, di difficile comprensione diagnostica, che coinvolge il mondo femminile: è una condizione infiammatoria cronica della vescica ma, a differenza della cistite comune, non è causata da batteri e per questo motivo non risponde alle terapie antibiotiche.
I sintomi sono rappresentati dallo stimolo impellente a urinare, da bruciore e dolore durante l’emissione di urina, minzione frequente, dolori pelvici e dolori durante i rapporti sessuali. Spesso è associata ad altre sindromi dolorose come la vestibolite vulvare, la fibromialgia e il morbo di Crohn. Le cause sono ancora sconosciute ma le più accreditate ipotizzano un assotigliamento delle pareti interne protettive della vescica, predisposta a un maggior attacco da parte delle sostanze irritanti contenute nell’urina.
La diagnosi è di pertinenza del medico specialista, mentre il trattamento (come buona parte delle patologie croniche) deve prevedere il coinvolgimento di più figure professionali: è fondamentale in questo caso lavorare in sinergia con il ginecologo, il fisioterapista, il nutrizionista e l’osteopata.
Gli obiettivi del fisioterapista e dell’osteopata sono: ripristinare la mobilità dei distretti correlati in modo diretto e indiretto con la vescica e il pavimento pelvico, favorendo la riduzione dell’ipertono presente a livello del perineo; ripristinare la mobilità del diaframma pelvico e toracico; aiutare le pazienti ad essere consapevoli del funzionamento di questi distretti anatomici, educandole tramite consigli specifici ed esercizi mirati da eseguire a casa.
Nevralgia del pudendo
Il nervo pudendo è un ramo nervoso che fuoriesce dal sacro e dal bacino: innerva i genitali esterni, sia nell’uomo che nella donna, il perineo e la regione anale. Una compressione di tale nervo può procurare la comparsa di diversi sintomi a livello dell’area pelvica come:
- dolore a livello del perineo, nell’area genitale e anale
- ipersensibiltà alla palpazione dell’area pelvica
- sensazione di dolore sordo, poco localizzato, pizzicore
- sensazione di gonfiore o di corpo estraneo in vagina o nel retto
- sensazione di bruciore o aumento di temperatura
- dolore e bruciore durante la minzione o alla defecazione
- dolore durante i rapporti sessuali
Nella maggior parte dei casi il dolore è causato da una compressione o da un intrappolamento del nervo lungo il suo decorso: durante il trattamento è importante verificare la mobilità della colonna e del bacino, valutando la densità dei muscoli che avvolgono quest’ultimo. In particolare, dobbiamo prestare attenzione alla densità dei muscoli del pavimento pelvico, valutare la tensione dei legamenti del bacino e la densità dei tessuti in prossimità del canale di Alcock.
Durante il percorso di terapia manuale sarà necessario educare i pazienti con esercizi molto semplici da svolgere a casa: sono esercizi di respirazione, di coscientizzazione del proprio perineo e di riattivazione della muscolatura del pavimento pelvico.
Coccigodinia
La coccigodinia rappresenta una condizione dolorosa che affligge il coccige e/o l’area ad esso circostante.
Le principali cause di dolore al coccige sono rappresentate da traumi diretti, posture sedentarie prolungate, vizi posturali, sport che sollecitano l’area coccigea come il ciclismo, l’equitazione o esercizi in palestra che vanno a sovraccaricare l’area glutea. Il parto nelle donne costituisce una delle cause principali di dolore coccigeo. Altre volte può insorgere a causa di protusioni o ernie lombari. In una modesta percentuale di casi si manifesta senza una causa conclamata.
Tale patologia colpisce prevalentemente il sesso femminile principalmente per tre motivi:
- la conformazione anatomica del bacino predispone la donna ad una maggiore esposizione del coccige in posizione seduta
- la gravidanza e il parto possono facilitare l’instaurarsi di infiammazioni al coccige
- più frequentemente le donne rispetto agli uomini soffrono di disturbi legati al pavimento pelvico che causano una eccessiva tensione di muscoli e legamenti connessi al coccige.
Il dolore di solito insorge prevalentemente in posizione seduta e nel passaggio dalla posizione seduta alla stazione eretta. Può insorgere con i colpi di tosse e gli starnuti, durante la defecazione e raramente durante i rapporti. La sintomatologia dolorosa può aumentare durante il ciclo mestruale.
Sebbene alcuni casi si risolvano spontaneamente senza alcun trattamento medico, altri casi tendono a persistere condizionando fortemente la qualità della vita di chi ne soffre.
Nella coccigodinia cronica, il trattamento manuale che proponiamo non prevede assolutamente tecniche intrarettali atte a manipolare il segmento vertebrale coccigeo coinvolto dal dolore. Tale modalità rappresenta una tecnica il più delle volte troppo invasiva e cruenta incapace di apportare dei benefici.
Solitamente ci approcciamo a questo disturbo mediante test manuali atti a valutare la densità di tutti i tessuti muscolari e legamentosi che hanno una connessione diretta con l’area sacro-coccigea. Lo scopo è ridurre attraverso una manualità dolce le densità miofasciali che possono favorire l’insorgenza del sintomo, ripristinando gradualmente l’elasticità della muscolatura pelvica e della colonna. Spesso vengono prescritti al paziente degli esercizi allo scopo di mantenere i risultati ottenuti con la terapia manuale e di impedire l’insorgenza di eventuali recidive.
Orchialgia (dolore ai testicoli)
L’orchialgia cronica è definita come un “dolore testicolare unilaterale o bilaterale intermittente o costante di durata pari o superiore a tre mesi” [1]. Il più delle volte, si tratta di un dolore in grado di interferire con le normali attività quotidiane, compromettendo in maniera significativa la qualità della vita del paziente. Un disturbo che comporta un elevato disagio ostacolando la socializzazione e i rapporti interpersonali.
Il dolore testicolare cronico può essere dovuto a cause organiche come idrocele, varicocele, prostatite, epididimite, dolore postvasectomia, tumore testicolare, intrappolamenti nervosi post interventi di ernia inguinale, disfunzioni del pavimento pelvico[1-2].
La letteratura recente dimostra che il dolore testicolare può essere dovuto anche a disturbi muscoloscheletrici del distretto pelvico, oppure ad un’alterazione della mobilità del distretto dorso-lombare [2]. Queste ultime cause vengono troppo spesso tralasciate dagli specialisti.
Uno studio condotto su 41 uomini con dolore testicolare cronico di origine sconosciuta dimostrava un aumento della tensione muscolare dei muscoli del pavimento pelvico ai test elettromiografici, nell’88% di questi ultimi [3].
Una volta escluse tutte le cause organiche di pertinenza prettamente medica, la Fisioterapia e l’Osteopatia possono il più delle volte aiutare in maniera concreta a ridurre o ad eliminare i sintomi che affliggono il paziente. A volte, soprattutto nei casi più gravi, in presenza di sintomi costanti e quasi insopportabili, sarà fondamentale propendere verso un approccio di tipo multidisciplinare dove il trattamento fisioterapico si integrerà con il supporto medico-farmacologico e psicologico.
L’esperienza clinica ci ha insegnato che questa tipologia di dolore necessita di un trattamento estremamente personalizzato e particolareggiato: un trattamento manuale dove si andranno a testare e lavorare tutti i distretti miofasciali e articolari che hanno una relazione diretta o indiretta con il testicolo. In questi casi, siamo di fronte ad una problematica dove lavorare alcune aree anatomiche (aree miofasciali dense, passaggi nervosi e vascolari) con estrema precisione risulterà fondamentale per favorire un miglioramento della sintomatologia. La precisione tecnica sarà garantita dall’uso di una manualità fine e dolce, supportata dall’utilizzo di alcuni strumenti tecnici (Fisioscissor®) utili per liberare piccole aree dense e fibrotiche che possono favorire l’insorgenza del sintomo.
[1] Quallich SA, Arslanian-Engoren C. Chronic testicular pain in adult men: an integrative literature review. Am J Mens Health. (2013 Sep).
[2] Leslie SW, Sajjad H, Siref LE. Chronic Testicular Pain and Orchalgia. (2023 May).
[3] Planken E, Voorham-van der Zalm PJ, Lycklama A Nijeholt AA, Elzevier HW. Chronic testicular pain as a symptom of pelvic floor dysfunction. J Urol. (2010 Jan).
Il dr. Daniele Raimondi è specializzato nel trattamento di queste problematiche: se ne occupa da molti anni e si aggiorna di continuo, per seguire i pazienti nel miglior modo possibile:
Quando parlo di dolore pelvico cronico mi riferisco a persone che soffrono di disturbi spesso insopportabili e invalidanti, in grado di compromettere qualsiasi attività quotidiana e di condizionare le relazioni interpersonali. Alla sofferenza fisica spesso si associa una sofferenza che coinvolge la sfera emotiva, in grado di influenzare il rapporto con i familiari, con il partner e con l’ambiente lavorativo. Uno dei problemi più significativi risiede il più delle volte nell’assenza di una diagnosi precoce e/o alla mancata prescrizione di una cura adeguata. Questo aspetto comporta nel tempo la cronicizzazione del dolore e la comparsa di un sentimento di frustrazione da parte del paziente che non ottiene risposte adeguate. Le persone che soffrono di dolore pelvico cronico hanno innanzitutto bisogno di essere ascoltate e comprese. Ascolto che poi si deve concretizzare nell’individuazione delle strategie terapeutiche più adeguate.
Secondo la mia esperienza, questi pazienti necessitano di un approccio terapeutico gentile ma incisivo, che vada a coinvolgere più distretti corporei, che vada ad agire sul loro sistema vegetativo, sul sistema respiratorio e su determinati recettori corporei che hanno una connessione preferenziale con il sistema nervoso centrale. Ma questo non sarà sufficiente perchè queste persone si devono rendere conto che la loro salute passa per diverse strade. Il più delle volte chi soffre di dolore pelvico cronico ha bisogno di essere coinvolto e guidato verso un approccio multidisciplinare dove il trattamento fisioterapico, osteopatico e posturale si integrerà con il supporto medico farmacologico e a volte psicologico.
Bisogna partire dal presupposto che ogni patologia si rivela in maniera diversa in ogni paziente: ognuno di noi presenta una componente genetica di base e uno stile di vita diverso. Ogni persona vive stress psicologici, familiari, lavorativi, sociali, ambientali, fisici e alimentari diversi. Ricerche recenti hanno evidenziato che il vissuto di ogni paziente è in grado di modulare la componente del dolore e favorire la persistenza di quest’ultimo.
Questi fattori ci spingono a formulare un colloquio sempre più preciso e accurato, che ci aiuta ad indagare in profondità tutti i diversi aspetti che caratterizzano la persona. L’anamnesi è seguita da una valutazione funzionale particolareggiata del pavimento pelvico e di tutti i distretti corporei che hanno una relazione diretta e indiretta con quest’ultimo. Analizziamo tutte le relazioni vascolari, nervose e muscolari. L’anamnesi e la valutazione funzionale ci permettono di programmare un trattamento riabilitativo del tutto personalizzato.
Il più delle volte questo tipo di patologie prevedono un trattamento che si divide principalmente in tre fasi:
1.
Nella prima fase ci occupiamo di ripristinare la mobilità della muscolatura esterna del pavimento pelvico, dei distretti anatomici funzionalmente correlati con quest’ultimo e gli organi del piccolo bacino.
Eseguiamo tecniche di terapia manuale per migliorare la mobilità della colonna, del bacino, del torace e degli arti inferiori. Sono tecniche non invasive rivolte alla parte esterna del pavimento pelvico, allo scopo di ridurre l’ipertono e le densità muscolari. Altre tecniche ci aiutano a liberare le zone di passaggio vascolare e nervoso, allo scopo di ripristinare la conduzione nervosa e decongestionare l’area pelvica, sintonizzando il movimento di quest’ultima con il diaframma toracico.
Per rendere più preciso il trattamento e per ottenere un maggiore successo terapeutico spesso in questi casi ci serviamo dei Fisioscissor®, strumenti tecnici che ci consentono di liberare piccole aree dense e fibrotiche in prossimità di passaggi vascolari e nervosi.
Inoltre, in questa fase aiutiamo i pazienti a correggere le cattive abitudini minzionali, posturali e i vizi abitudinari.
2.
Una volta ripristinata la mobilità del pavimento pelvico esterno e dei distretti anatomici correlati, procediamo con la seconda fase, che è caratterizzata dall’esecuzione di esercizi e tecniche che aiutano a migliorare:
- la coscientizzazione della muscolatura del pavimento pelvico
- la percezione di contrazione e rilasciamento
- il controllo e la propriocezione muscolare
- il reclutamento, il tono e la forza muscolari.
3.
Durante la terza fase, necessaria in alcuni casi, eseguiamo tecniche endovaginali che aiutano a ridurre la presenza di eventuali densità miofasciali profonde, favorendo il controllo, la propriocezione e la riattivazione di tale muscolatura. Questo approccio terapeutico viene svolto da una fisioterapista specializzata in questa tipologie di tecniche.
L’ordine di queste tre fasi può variare in base ai sintomi che riferisce il paziente e in base alle indicazioni che emergono dall’indagine valutativa.
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